sabato 16 settembre 2017

Dipinti di guerra, battaglie d'artista. Luigi Bonanate a Brescia mercoledì 11 ottobre a Brescia




Ad aprire il ciclo Il mondo in disordine sarà, mercoledì 11 ottobre 2017, una lezione di Luigi Bonanate, pioniere in Italia degli studi di Relazioni Internazionali e noto soprattutto per le sue ricerche sulle trasformazioni del sistema globale e sui mutamenti della guerra. Ottant’anni dopo, discutendo con Antonello Calore (Università di Brescia) e Francesco Tedeschi (Università Cattolica), Bonanate tornerà al bombardamento di Guernica del 1937 e al grande dipinto dedicato a quella tragedia da Pablo Picasso per riflettere non solo sui rapporti tra arte e guerra, ma anche per riconoscere in quel passaggio cruciale l’anticipazione della guerra civile globale di oggi.



Luigi Bonanate è professore emerito presso l’Università di Torino, dove ha insegnato per quarant’anni Relazioni internazionali. Insegna Pace e ordine internazionale alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e Relazioni internazionali nella Struttura interdipartimentale di Scienze strategiche. È socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino. I suoi principali settori di studio sono la teoria delle relazioni internazionali, la teoria della democrazia e il terrorismo. Tra gli scritti più recenti, Anarchia o democrazia. La teoria politica internazionale del XXI secolo (Carocci 2015) e Dipinger guerre (Aragno 2016).
Leggi qui una recensione al suo volume Dipinger guerre


Dipinti di guerra, battaglie d'artista. Il nuovo libro di Luigi Bonanate
di Damiano Palano


Questa recensione al volume di Luigi Bonanate, Dipinger guerre (Aragno), è apparsa su "Avvenire" il 18 novembre 2016.


Se un giorno dovessero essere ospitati in un solo museo i grandi dipinti che hanno tentato di fissare sulla tela l’orrore della guerra, quasi sicuramente – accanto alle opere di Rubens, Goya, Manet e molti altri –  nella sala centrale si troverebbe collocato Guernica di Pablo Picasso. Perché, come ben poche altre opere, il grande quadro dell’artista catalano è riuscito a dar forma al nostro modo di concepire (e condannare) la guerra, cogliendo la trasformazione della violenza nell’età della tecnica. Un simile museo della pittura di guerra naturalmente non esiste, e con ogni probabilità non esisterà mai.


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